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Il miglior regalo per i nostri figli.....

por WebMaster

(Maria Silvia Orlovas - [email protected])

Traduzione di Angela Li Volsi - [email protected]

Ogni fine d’anno, la stessa cosa... incertezza quanto al futuro, aspettative, autoanalisi, stanchezza, voglia di vacanze, riposare, visitare i familiari, feste...

Quante sono le persone che si sentono inquiete in vista dell’atteso incontro familiare di fine d’anno?
Rimanere in famiglia a volte non è facile, perché viviamo in un’epoca in cui i rapporti familiari non seguono píú le condizioni tradizionali. Oggigiorno, le coppie non sono piú stabili e i figli alle volte devono dividere le loro attenzioni fra i genitori separati, i nonni distanti... Questo, senza contare le inimicizie fra le persone per via degli insuccessi personali. In questi momenti festivi, questi sentimenti diventano ancora piú acuti, e anche quando le persone non verbalizzano quello che sentono, internamente cercano di mantenere l’armonia per stare bene con tutti ed entrare nello spirito del Natale.

È esattamente dentro questa vibrazione che andai, la settimana scorsa, ad assistere alla presentazione di mia figlia di sei anni nel coro della sua scuola. La proposta di cantare musiche di Natale mi era piaciuta molto perché sono del tipo sentimentale che si incanta con l’esaltazione della speranza in giorni migliori e tutte le proposte amorose delle musiche. Appena arrivata nello shopping dove si sarebbe realizzata la presentazione, ecco incominciare le difficoltà. La prima: trovare un posto vuoto nel parcheggio zeppo. Alla fine, abbiamo salito le scale affannati per fare arrivare la piccola al palco improvvisato. Alcuni genitori, nonni e amici erano intenti a disputare un posto nella platea e, a misura che il tempo passava, i secondi sembravano ore per tutti i presenti che, presi dall’ansietà, cominciavano a reclamare. Siccome non era stata prevista una pedana, i bambini non potevano essere visti, perché erano coperti dagli adulti, molto piú alti di loro.

La situazione continuava in questo ritmo di competizione e disputa per trovare l’angolo migliore per le foto. Erano tante le macchine che i poverini continuavano a strizzare gli occhi, infastiditi dai flashes.

Quando, finalmente, cominciò il suono delle campane e si udirono le voci dei bambini, le persone del fondo non vedevano né sentivano niente, per via di tutto il trambusto delle prime file, e anche perché certi adulti, ricordando la loro infanzia, insistevano nel cantare insieme ai bambini, con le loro voci stonate...

Ebbene, amico lettore, nel vedere il comportamento di tanti genitori bene intenzionati, non ho potuto fare a meno di riflettere sui regali che offriamo ai nostri figli. Si, perché i regali non si fanno solo per Natale, anche se ufficialmente le date per farli siano il giorno del compleanno, il giorno dei bambini e il Natale. I regali si fanno tutti i giorni, è il nostro esempio di cittadinanza e di amore che purtroppo era passato al largo da quell’ammasso di persone che cercavano un po’ piú di conforto per poter ascoltare la voce soave dei loro piccoli.

Non mi escludo dagli errori, perché a volte scavalchiamo le persone senza neppure vederle, come era successo in quell’incontro. Quante volte andiamo in un negozio per comprare un vestito o qualunque altra cosa e non guardiamo neanche in faccia la commessa, o non rispondiamo al suo saluto? Quante volte siamo stati nel minimo scortesi con i camerieri perché un piatto ritardava ad essere servito al ristorante? Quante volte, ansiosi per il verde ad un semaforo, non ci accorgiamo che qualcuno vicino a noi aspetta che lo lasciamo passare, con la macchina in posizione scomoda? Nella maggior parte dei casi, vediamo l’egoismo degli altri, ma non ci accorgiamo quando siamo noi gli egoisti e non facilitiamo le cose.

Quando l’ultima musica finí, una signora vicino a me gridò tanto il nome del figlio che, oltre ad imbarazzare il piccolo, che non si mostrò nemmeno, attirò tutti gli sguardi di riprovazione dei presenti, fra cui una giovane bionda molto elegante che si copriva le orecchie con le mani cercando di difendersi dai suoi urli...

Spiacevole scena di egoismo e mancanza di cittadinanza. Si, perché pensare agli altri non è una questione spirituale, e nemmeno di educazione... pensare agli altri, rispettare il benessere del prossimo è cittadinanza. A cosa serve dire ai nostri figli quello che devono fare, pagare una buona scuola e cercare di dar loro una buona educazione formale, se non abbiamo l’educazione necessaria per comportarci in maniera civilizzata con il nostro prossimo?

Educazione è il primo passo nella vita spirituale e il maggior regalo che un genitore può fare a suo figlio. Pensaci, e buona fortuna nelle tue feste e relazioni questa fine d’anno!

Maria Silvia Orlovas



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